Italia in ritardo nel raggiungere gli SDGs dell’Agenda 2030
3 Novembre 2023
Il 19 ottobre, a 7 anni dalla scadenza dell’Agenda 2030, è stato presentato il Rapporto ASviS 2023 sul progresso italiano verso i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU. Il documento offre un quadro allarmante, sottolineando il forte ritardo dell’Italia nel raggiungere gli impegni presi nel 2015 in sede ONU. Secondo il rapporto, rispetto al 2010, solo per 8 dei 33 Target valutabili si raggiungerà presumibilmente il valore fissato per il 2030. Per 6 la situazione è peggiorata e per 3 è stabile. Per 14 sarà molto difficile o impossibile raggiungerlo, per 9 si registrano andamenti contraddittori e per 2 la mancanza di dati impedisce di esprimere un giudizio.
"È ora di trasformare le promesse in atti concreti, ma il tempo a disposizione è molto limitato" - Pierluigi Stefanini, Presidente dell’Alleanza
Qualche numero
I progressi nel nostro Paese sono “decisamente insufficienti”, e lo dimostrano i dati provenienti dagli indicatori compositi elaborati dall’Alleanza. 6 dei 17 SDGs nel nostro Paese sono peggiorati rispetto al 2010: parliamo di povertà (Goal 1), sistemi idrici e sociosanitari (Goal 6), qualità degli ecosistemi terrestri e marini (Goal 14 e 15), governance (Goal 16) e partnership (Goal 17). Tre si dimostrano sostanzialmente stabili: cibo (Goal 2), disuguaglianze (Goal 10) e città sostenibili (Goal 11). Sei registrano miglioramenti molto contenuti: istruzione (Goal 4), parità di genere (Goal 5), energia rinnovabile (Goal 7), lavoro dignitoso (Goal 8), innovazione e infrastrutture (Goal 9), lotta al cambiamento climatico (Goal 13). Infine, 2 Obiettivi (salute, Goal 3, ed economia circolare, Goal 12) mostrano segnali più incoraggianti. Per 9 Obiettivi sui 14 per cui sono disponibili dati, le disuguaglianze tra Regioni sono in aumento in totale contraddizione con il principio chiave dell’Agenda 2030 di “non lasciare nessuno indietro”.
“Il Rapporto di quest’anno mostra chiaramente che il nostro Paese, al contrario dell’Unione Europea, non ha imboccato in modo convinto e concreto la strada dello sviluppo sostenibile" - Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell'ASviS
Purtroppo però, l’Italia non è l’unica ad essere in ritardo sul raggiungimento di questi obiettivi. Secondo l’ONU, solo il 12% dei Paesi è sulla buona strada per raggiungere gli Obiettivi, mentre la maggior parte è “moderatamente o gravemente fuori strada”, e circa il 30% non ha fatto alcun avanzamento o si trova in una condizione peggiore di quella del 2015.
Le priorità per accelerare lo sviluppo sostenibile in Italia
L’attuazione delle proposte avanzate dall’ASviS si articola in 13 linee di intervento prioritarie determinanti per consentire all’Italia di fare un balzo in avanti verso l’attuazione dell’Agenda 2030.
- Combattere la povertà e promuovere l’integrazione
- Innovare nell’agricoltura e migliorare la responsabilità sociale delle aziende
- Ottimizzare i servizi sanitari e combattere disagi e violenza familiare
- Migliorare l’istruzione e promuovere l’inclusione
- Aumentare l’occupazione femminile e prevenire discriminazioni
- Proteggere la natura e gestire gli ecosistemi in modo sostenibile
- Aumentare la produzione di energia rinnovabile e migliorare il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima
- Migliorare le condizioni lavorative e ridurre la fragilità sul mercato del lavoro
- Investire in infrastrutture sostenibili, ricerca e innovazione
- Migliorare il governo del territorio e promuovere la sostenibilità ambientale
- Promuovere la sostenibilità ambientale e sociale nella Pubblica amministrazione
- Coinvolgere i consumatori e migliorare il sistema giudiziario
- Promuovere la pace e coinvolgere la società civile nelle decisioni
Per ognuna di queste linee di intervento verranno avanzate proposte concrete, capaci, se realizzate, di far avanzare decisamente il nostro Paese nell’attuazione dell’Agenda 2030, di ridurre le disuguaglianze territoriali e di recuperare il terreno perduto e i ritardi accumulati in questi anni.
“I ritardi accumulati potrebbero essere in parte recuperati, ma bisogna attuare con urgenza e incisività una serie di interventi e di riforme” – Marcella Mallen, Presidente dell’Alleanza
È possibile leggere e scaricare il REPORT COMPLETO e anche una SINTESI