Prevenzione: quanto spende l’Italia rispetto alla media europea?
13 Novembre 2024
Negli ultimi anni, la spesa pubblica italiana per la prevenzione ha evidenziato criticità sia in termini di quantità che di distribuzione delle risorse rispetto agli altri paesi europei. I dati di Eurostat indicano che l’Unione Europea nel 2021 ha destinato in media lo 0,65% del PIL alla prevenzione, con paesi come Austria, Paesi Bassi e Danimarca che superano l’1% del PIL. L’Italia, in confronto, si attesta a una percentuale inferiore alla media, con circa lo 0,4% del PIL investito in prevenzione.
Questa differenza si riflette anche in termini di spesa pro capite. Mentre paesi come Austria e Danimarca registrano cifre di oltre 500 euro per abitante destinati alla prevenzione, l’Italia si ferma a circa 192 euro pro capite, valore più vicino a quelli delle nazioni che investono meno, come Malta e Slovacchia.
L’importante gap tra spesa in prevenzione e spesa in cura e riabilitazione
La scarsa attenzione alla prevenzione contribuisce alle difficoltà del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che deve affrontare un numero crescente di interventi curativi e riabilitativi. Il rapporto della Fondazione GIMBE sottolinea come una bassa spesa per la prevenzione limiti le capacità del sistema di ridurre l’incidenza di malattie croniche e di mantenere la popolazione in buona salute nel lungo periodo. Inoltre, questo dato contribuisce alla pressione economica sul sistema sanitario italiano, poiché incrementa il bisogno di cure più costose e complesse. Interessante è il dato che deriva da una ricerca del FASI che evidenzia come su 130,3 miliardi stanziati nel 2023 per finanziare il “bene pubblico salute”, il 75% è stato destinato ai servizi di cura-riabilitazione e a farmaci e solo il 4% alla prevenzione (8,3 miliardi). Questo fenomeno si ritrova anche nella spesa sanitaria out of pocket delle famiglie dove cura-riabilitazione più farmaci incidono per l’82%, mentre la prevenzione solo 0,2%.
“La prevenzione rappresenta ad oggi una voce marginale sia nella spesa pubblica che privata. Il budget di spesa delle famiglie italiane è fortemente sbilanciato sulle spese correnti (casa, alimentazione, trasporti, cura della persona, ristorazione, …) piuttosto che sull’investimento in salute [....].” - Fabio Pengo, Vice Presidente Fasi
Trend Europei
La pandemia da COVID-19 ha portato alcuni paesi europei a incrementare i fondi per la prevenzione, soprattutto per programmi di immunizzazione e screening, spingendo le spese preventive ad aumentare di oltre l’88% in Europa tra il 2020 e il 2021. Tuttavia, in Italia, i fondi per la prevenzione, pur essendo stati temporaneamente riallocati durante la crisi pandemica, non hanno avuto un aumento significativo strutturale. Il Rapporto GIMBE rileva che, dopo il COVID-19, i livelli di spesa preventiva italiani sono tornati a valori limitati, senza un’espansione duratura dei servizi di prevenzione e promozione della salute.
Raccomandazioni
Per ridurre il divario rispetto agli altri paesi europei e aumentare la sostenibilità del SSN– soprattutto di fronte all’invecchiamento della popolazione e al conseguente aumento delle malattie croniche – è cruciale che l’Italia incrementi la quota di spesa pubblica per la prevenzione. Investimenti mirati su programmi di prevenzione delle malattie croniche e su campagne di educazione sanitaria contribuirebbero a migliorare la salute della popolazione e a contenere i costi sanitari a lungo termine, in linea con le raccomandazioni europee.